“Chi è il mio prossimo?” chiede a Gesù il dottore della legge, esperto della Parola. Il Maestro non si limita a fare un elenco asettico di persone, ma racconta di un incontro con risvolti sorprendenti. Si parte sempre da un incontro, in cui si conosce, o meglio si riconosce, il fratello bisognoso, se ne ha compassione, cioè se ne condivide la condizione, e ci si china su di lui. Non sappiamo se il buon samaritano che ha compiuto questo gesto abbia poi ottenuto riconoscenza, ma questo è totalmente irrilevante. Non siamo a cercare un utile da queste azioni, ma siamo certi che questa condotta schiude le porte del Paradiso. “Va e fa lo stesso” è infatti l’indicazione semplice e risoluta con cui Gesù conclude il suo discorso. Una sfida per il dotto ebreo duemila anni or sono come per noi oggi.
La Giovanni XXIII ha conosciuto suor Rosaria Assandri, uno dei fiori della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, una sera di maggio – proprio il mese dedicato alla Madonna – e da quel momento è stato subito chiaro che era possibile condividerne il cammino.
> il resoconto dell’incontro con suor Rosaria Assandri (maggio 2019)
La vocazione missionaria ha portato suor Rosaria in diverse parti dell’Africa e il suo costante aiuto alle popolazioni locali ha permesso il netto miglioramento delle condizioni di vita nei villaggi. Oggi opera a Gubrye, in Etiopia, dove con altre due suore e alcuni volontari laici ha dato vita a una realtà intorno a cui gravitano centinaia di bambini, ragazzi e adulti, brillanti stelle di una composita galassia al centro della quale si trova l’amore per il prossimo, “l’amor che move il sole e l’altre stelle”. I primi interventi hanno riguardato i servizi essenziali come la costruzione del pozzo per dispensare gratuitamente l’acqua, a cui è seguita la panetteria, sostentamento per numerose famiglie, e molto altro è in fase di realizzazione per lo sviluppo della comunità.
Cos’hanno in comune una società sportiva che opera in oratorio e una missione in Africa? La risposta più ovvia è il calcio, un linguaggio universale ad ogni latitudine. Sia giocato su campi erbosi o sintetici di città o su polverosi altopiani, prendere a calci un pallone permette di unire persone ed esperienze diverse. Lo sport diviene un efficace strumento per crescere, per prendersi cura di tanti giovani e per insegnare loro a non scoraggiarsi davanti alle sconfitte della vita e a condividere la gioia della vittoria. Anche se per il momento non è possibile organizzare una partita tra una rappresentativa della G.XXIII e una della missione di Gubrye, è però assolutamente realistico sostenere lo sviluppo della comunità attraverso la preghiera, e, se possibile, una piccola offerta. Il mare è fatto di gocce d’acqua e una goccia è alla portata di tutti. L’attività di suor Rosaria in Etiopia è sostenuta dalla Onlus Bankuore con sede a Liscate, in provincia di Milano.